sabato 2 febbraio 2013

Intervento dei Bibliotecari resistenti alla manifestazione Cultura in svendita - Firenze, 5 gennaio 2013, piazza della Repubblica





La cultura in svendita è, oltre a un appropriato slogan,  la fotografia crudele ma fedele dello spirito di questi tempi. Mai come adesso si era assistito a una volontà così determinata tesa a bandire ogni forma di accesso alla cultura e alla conoscenza. E così le istituzioni si adeguano: la Giunta della Regione Toscana, con il suo governo di sinistra, si è accanita in modo particolare contro la sua Biblioteca, struttura di supporto per l'attività dell'ente ma anche struttura di riferimento per biblioteche, enti e cittadini, che conserva oltre 100.000 volumi sulle materie di competenza della Giunta regionale. Per prima cosa le si sono tolti gli spazi: i libri prendono posto e lo spazio costa; lo spazio per i libri è superfluo, pertanto quei volumi possono essere scartati o donati, libri che disperatamente cercano asilo politico presso altre biblioteche, associazioni o cittadini prima di finire al macero. Poi si è svuotata la Biblioteca di ogni sua funzione e attività, negando di fatto l'erogazione dei servizi e l'accesso a parti delle collezioni.
Ovviamente ci chiediamo il perché di questo accanimento che va a discapito dell'intera società: non solo si priva il territorio di una biblioteca specializzata ma, cosa ben più importante e grave, si priva i lavoratori del necessario supporto documentario per poter svolgere il proprio lavoro. E' bene che si sappia che adesso si governa con l'assenza di conoscenza: vi immaginate un genio civile che opera senza avere più accesso alla normativa o un ufficio legale privo della necessaria consulenza giuridica fornita da periodici e banche dati? E l'elenco potrebbe essere lunghissimo e potrebbe coinvolgere, come è, anche gli aspetti più delicati della nostra vita quali la salute, il benessere sociale, i trasporti: ma come  può un governo regionale andare contro il buon senso e pensare di improntare la propria attività amministrativa sulla assoluta mancanza di documentazione? Come può, inoltre, la Giunta guidata da Enrico Rossi negare l'accesso alle raccolte, disfarsi delle pubblicazioni e tagliare i servizi di documentazione senza rendersi conto che questo rappresenta un danno per la società intera?
Il fatto è che quando una Pubblica Amministrazione decide di disfarsi dei propri libri di fatto attua un'operazione di rimozione della propria memoria storica: e una società senza memoria è una società senza futuro.

Bibliotecari Resistenti

domenica 27 gennaio 2013

Carnevale dei disastri - volantino


Spazi Liberati – Lotte locali e proposte dal basso

Sabato 9 febbraio ore 15.00

Bibliotecari
di tutta la Toscana
su la maschera!




al

CARNEVALE DEI DISASTRI

sfilata nel centro di Firenze
da Piazza S. Marco a Piazza della Repubblica

DIFENDIAMO IL SERVIZIO PUBBLICO



Bibliotecari Resistenti
http://bibliotecariresistenti.blogspot.it/

martedì 22 gennaio 2013

I Cobas sull'ISPO

L'Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (Ispo), è stato istituito con Legge Regionale Toscana n. 3 del 4.2.2008 ed ha sostituito il Cspo.

Si occupa dei vari aspetti della prevenzione dei tumori: ricerca, valutazione, assistenza, formazione di operatori, tenuta dei principali registri regionali.

Un ruolo che la Regione intende rafforzare, come dichiarato nel comunicato stampa del 29.12.2012, facendo divenire l'Ispo la struttura di riferimento regionale in materia.

Il lavoro dei ricercatori è supportato dalla Biblioteca Ispo, specializzata in tematiche oncologiche e di prevenzione della salute. La Biblioteca fa parte del Cobire (Coordinamento delle biblioteche e delle strutture documentarie della Toscana). Fra i servizi offerti a medici e ricercatori: consultazione, consulenza ed informazione, fornitura di documenti e bibliografie specializzate.

I periodici scientifici, che servono per gli aggiornamenti, sono fondamentali e vengono forniti non solo agli utenti interni ma anche agli esterni grazie alla fornitura, in tutta Italia, di articoli.

Nuove assunzioni in vista per far fronte agli importanti compiti affidati all'Ispo? E quando mai! Anzi, nove lavoratori precari, inquadrati nell'area amministrativa, che da anni svolgevano in maniera sempre più specializzata il loro compito non si sono visti rinnovare il contratto. Essendo uno di questi il Bibliotecario, la biblioteca è destinata a chiusura.
Ci chiediamo chi fornirà tutto il lavoro di supporto necessario alla ricerca e chi fornirà tutta la documentazione specialistica necessaria a medici e ricercatori per gli aggiornamenti.

Si continua a tagliare dalla parte sbagliata, dalla parte dei cittadini, dalla parte dell'aiuto e sostegno alla ricerca che, trattandosi di oncologia, è prioritaria.

Manifestiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori precari che, da gennaio, sono disoccupati e rammentiamo che, per qualsiasi evenienza, possono rivolgersi al nostro sportello : tutti i mercoledì dalle 17,30 alle 19,00 via dei Pepi 47/r Firenze

Cobas Pubblico impiego

Foto di alcuni Bibliotecari Resistenti sulla stampa

http://www.stamptoscana.it/articolo/toscana/a-firenze-la-cultura-non-e-in-svendita

Domenica 6 Gennaio, 2013 - 10:25 da Giovanna Focardi Nicita

“A Firenze la cultura non è in svendita”

Organizzata da 'Spazi liberati' si è svolta una manifestazione dei lavoratori del Maggio Fiorentino e della libreria Edison. A breve altre iniziative di protesta contro l’impoverimento culturale della città. Oggi consegna di una lettera aperta all'Arcivescovo Betori.

“A Firenze la cultura non è in svendita”Firenze - C'erano i dipendenti del Maggio, non solo i dieci licenziati, alcuni dei quali per altro ancora in attesa di una comunicazione ufficiale e del ritorno dalle ferie della sovrintendente Francesca Colombo, alcuni lavoratori dell'Ataf, l'azienda di trasporto pubblico recentemente privatizzata, e gli ex dipendenti della Edison che in una lettera aperta a Carlo Feltrinelli chiedono che la loro esperienza venga recuperata nella libreria di prossima apertura.
Tutti contro gli "spazi liberati", quelli culturali è ovvio, di cui il Maggioe la Edison "stanno diventando punti nevralgici di questa emergenza" - come ha detto il consigliere comunale di SelTommaso Grassi. Due situazioni critiche che hanno dato il via ad una serie di iniziative di protesta che prossimamente toccheranno alcuni dei grandi luoghi abbandonati all'incuria, basta pensare ai cinema del centro storico.
000001.JPG"Oggi iniziano i saldi ma non vorremmo quelli della cultura ed è bene che le forze si uniscano per aprire un'unica vertenza unitaria e decidere cosa fare della cultura a Firenze" - ha continuato Grassi -. Affronteremo il problema in consiglio comunale anche se "il sindaco non ci dà una mano sulla gestione di questi spazi", e tante sono le iniziative promesse rimaste nel cassetto, dal "Piano cinema" che avrebbe dovuto contrastare la chiusura dei cinema di quartiere a quello per il rilancio della cultura.
Ancora più dura la presa di posizione dei dipendenti del Maggio che, a fronte dei dieci licenziamenti e degli esodi "forzosi", chiedono un piano alternativo di contenimento dei costi del personale, delle spese di gestione e degli allestimenti scenici, anche se "centrale rimane il ruolo della cultura a Firenze, quello dei licenziamenti è un problema personale, purtroppo", ci ha detto Massimo Vagaggini. Critici i lavoratori del Maggio anche nei confronti dei criteri adottati per procedere ai licenziamenti che hanno privilegiato i giovani, lasciando a casa i dipendenti più anziani, pur ancora lontani dalla pensione e con scarse scarse possibilità di reimpiego.
Prossimo appuntamento domani mattina davanti al palazzo dell'Arcivescovado, in piazza del Duomo. Non per protesta nei confronti del cardinale Betori, ma per chiedere ascolto ad una importante autorità cittadina, visto che ancora non c'è stato un confronto con il sindaco Renzi, presidente della Fondazione del Maggio musicale fiorentino. 00007B.JPGDomani verrà esposto uno striscione con una frase di La Pira sul lavoro e  alla segreteria del cardinale verrà consegnata una lettera nella quale "ricorderemo che nella città di La Pira un sindaco non può licenziare dei lavoratori", ha spiegato un esponente della Rsa.
A breve anche un'assemblea-spettacolo pubblica dei lavoratori del Maggio: invitati gli artisti fiorentini che vorranno esprimere la loro solidarietà e i politici, da quelli comunali ai provinciali e regionali, oltre ai rappresentanti delle maggiori istituzioni culturali cittadine.
000006.JPG

I Cobas sulla BNCF

LA BIBLIOTECHINA NAZIONALE DI FIRENZE

La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ha un patrimonio di 6.000.000 libri, 120.000 periodici, 58.000 volumi antichi ed altri documenti ancora. E' frequentata ogni anno da 210.000 utenti; 120.000 sono i documenti usati per la consultazione in sede e 18.000 quelli dati in prestito; risponde a 3.000 richieste di informazioni; cataloga circa 65.000 documenti; 200.000 i contatti registrati al sito Internet.
Garantisce la conservazione e la tutela della produzione editoriale italiana, che le perviene per deposito legale, e documenta, acquistando le opere più importanti, la cultura italiana all'estero.
Quante persone si occupano di questa enorme mole di lavoro?
Alla British Library, la Biblioteca nazionale inglese, circa 2.000
A Parigi, alla Bibliothèque Nationale de France, 2.668.
E a Firenze? 189.
In organico ne sarebbero previste almeno 500.
In che condizioni lavorano i dipendenti della Biblioteca Nazionale fiorentina? Come possono sopperire alle carenze? Riescono ad usufruire delle ferie e dei permessi? Sarebbe interessante conoscere il risultato della Valutazione del rischio da Stress Lavoro Correlato.
Anche la Direttrice, la Dottoressa Maria Letizia Sebastiani, ogni tanto segnala timidamente che così è difficile andare avanti.
Il MiBAC, che crede profondamente nel ruolo delle biblioteche e della cultura, corre prontamente ai ripari.
Apre agli sponsor privati: L'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, La Fondazione Monte dei Paschi di Siena, la Disano illuminazione spa, la Casa Editrice Vallecchi, l'Ina Assitalia. Le 150 poltroncine della sala consultazione vengono riparate grazie all'intervento di alcuni industriali tessili pratesi.
Stipula una convenzione con la Regione Toscana (salvo poi dimenticarsi di riconfermarla) per l'invio di alcuni volontari del servizio civile.
Appalta, sempre privilegiando le offerte economicamente più vantaggiose : nel 2010 il servizio di manutenzione del vocabolario del Nuovo Soggettario, la catalogazione di alcune pubblicazioni e la catalogazione elettronica del materiale moderno. Quanto guadagnano gli operatori delle varie ditte? Lavorano a cottimo?
Eroga per il 2009/2011 contributi ad enti di proprietà di Istituti religiosi : Società Internazionale di studi francescani 25.000,00 euro, Fondazione Cardinale Lercaro 41.694,92 euro, Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII 108.406,79 euro, Fondazione per la Storia dell'Azione Cattolica 33.355,93 euro, Centro Internazionale di Studi Rosminiani 20.847,46 euro. Ma non poteva pensarci la madre chiesa?
"Affitta", secondo quanto denunciato da alcuni professori universitari, in data 10 novembre 2012 la Biblioteca alla società I Love Disco per una festa stile anni '70 che l'ha trasformata in discoteca con tanto di buttafuori, alcolici, danze, lucernari fracassati. Chi l'ha deciso? Sono stati ricevuti soldi in cambio?
Affida incarichi: nel 2012 vengono pubblicati due avvisi per la formazione di elenchi "ristretti" di professionisti sia per la movimentazione che per la catalogazione del libro antico e moderno Il contratto: di collaborazione coordinata e continuativa, senza alcun vincolo di subordinazione, , se e quando serve. Le liste non sono graduatorie. Come vengono "chiamati" a lavorare gli operatori? Quali sono I criteri selettivi che fanno privilegiare un professionista rispetto ad un altro? Per ordine alfabetico? A sorte? Non lo sappiamo. Ma la Nazionale non è un Ente pubblico obbligato alla trasparenza?
E il vertiginoso impegno del MiBAC non finisce qui: poiché splendidi bibliotecari sono condannati alla disoccupazione o al precariato, è giusto che tutti facciano un pò di sacrifici ed eroga miseri stipendi: 194.813,04 euro per il Ministro Lorenzo Ornaghi, 186.346,54 per il Sottosegretario Roberto Cecchi, 167.161,02 per il capo di Gabinetto Adriano Rasi Caldogno, 117.000,00 per il Capo Ufficio Stampa e Portavoce Gerardo Ferrari, 147.794,17 euro al Dirigente Generale di Staff Marina Giuseppone, 70.000,00 euro a testa agli 8 Soprintendenti della Toscana, 115.199,09 alla Direttrice della Biblioteca. L'elenco, ovviamente, non finisce qui.
Quanti lavoratori potevano essere assunti riducendo drasticamente questi stipendi? Quanti servizi potevano essere migliorati a vantaggio dell'utenza che ogni giorno affolla la Biblioteca?
Inoltre stanzia 2.300.000,00 (insieme al Consiglio dei Ministri) per GoogleBooks. Il progetto prevede l'accordo con il motore di ricerca per la digitalizzazione e la messa in rete gratuita di tutta una serie di pubblicazioni edite prima del 1871 e quindi libere dal diritto d'autore. A carico di Google la parte tecnica, a carico delle biblioteche la catalogazione dei dati, la preparazione e l'invio dei volumi. Ha aderito anche la Biblioteca Nazionale Centrale. Uno Scan Center di Google è stato allestito a Roma. Dove? Chi ci lavora e a quali condizioni? Quale sarà il personale che la Nazionale di Firenze destinerà alle operazioni di preparazione dei volumi, spedizione, catalogazione, controllo? I bibliotecari degli "elenchi ristretti"? Il futuro Ministro?

"Gli uomini si dividono in due categorie: quelli che pensano e quelli che lasciano che siano gli altri a pensare" disse Fabrizio De Andrè.
Vogliamo le Biblioteche, vogliamo l'accesso libero e gratuito alla cultura, vogliamo che I bibliotecari vengano assunti e non siano costretti alla disoccupazione e al precariato.
Vogliamo che tutti siano quelli che pensano.
E vogliamo risposte alle nostre domande.


COBAS PUBBLICO IMPIEGO

giovedì 10 gennaio 2013